Integrazione salariale, cambiano le regole per richiederlo: i chiarimenti dell’INPS

Nuovi ammortizzatori sociali: nel contesto della disciplina, le modalità di l’accesso al fondo solidale sono più flessibili.

Gli ammortizzatori sociali sono uno strumento fondamentale per garantire un benessere sociale, rivolte ai soggetti o alle aziende che versano in evidente difficoltà economica. Abbiamo assistito ad una pletora di aiuti durante il periodo del Covid ed anche negli anni successivi, tuttavia la situazione economica non è ancora completamente ristabilita, e molte aziende necessitano di aiuti economici e detrazioni fiscali. Proprio per questo motivo il Fondo di solidarietà aziendale è stato riformato, per consentire a un numero maggiore di aziende e di dipendenti di potervi accedere.

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Integrazione salariale, cambiano le regole per richiederlo: i chiarimenti dell’INPS – museoarcheologicoaltavallescrivia.it

I requisiti per le aziende sono di versare in evidente stato di difficoltà economica. Inoltre l’accesso al fondo è previsto nei casi di riorganizzazione aziendale o in presenza di contratti di solidarietà. I datori di lavoro possono accedere al fondo, se nel semestre precedente la domanda, abbiano assunto almeno un lavoratore subordinato. Sono destinatari dell’assegno di integrazione salariale tutti i dipendenti, ad eccezione dei dirigenti aziendali.

Assegno salariale, come fare la domanda

Per acquisire l’assegno di integrazione salariale, è necessario preventivamente che il datore di lavoro abbia ottenuto l’accesso al fondo di solidarietà bilaterale. Al momento della domanda, è richiesto che la cessazione o la riduzione dell’attività lavorativa sia in vigore da almeno 30 giorni e non oltre i 15 giorni successivi.

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Assegno salariale, come fare la domanda – museoarcheologicoaltavallescrivia.it

Dal 24 luglio 2024, e per un periodo di sperimentazione quinquennale, l’accesso al fondo, e di conseguenza all’assegno di integrazione salariale, diventa più semplice. Tutti i lavoratori dipendenti, ad eccezione dei dirigenti, possono ottenere il fondo, purché posseggano un’anzianità lavorativa presso l’azienda di almeno 30 giorni. Anche gli apprendisti ed i lavoratori a domicilio sono compresi in questa agevolazione.

La durata dell’assegno elargito dal fondo dipende dalle dimensioni dell’azienda. Per i datori di lavoro che hanno fino a 15 dipendenti subordinati, il beneficio può essere ottenuto per un massimo di 26 settimane all’interno del biennio. Stesso arco temporale per i datori di lavoro che hanno alle loro dipendenze oltre 15 dipendenti. Tuttavia, per questi ultimi, nel caso di riorganizzazione aziendale, l’assegno può essere riconosciuto per un massimo di 24 mesi all’interno dello stesso quinquennio.

Nel caso in cui venga riconosciuta una grave crisi aziendale, l’ammortizzatore sociale è concesso per 12 mesi. Spostandoci sull’assegno di integrazione salariale, esso può essere esteso fino ad un massimo di 36 mesi appartenenti allo stesso quinquennio. La domanda spetta al datore di lavoro e non al dipendente.

L’integrazione salariale è corrisposta direttamente dal datore di lavoro, che poi provvederà ad ottenere un rimborso da parte dell’INPS. Nei casi di grave crisi sarà l’Istituto di previdenza sociale stesso a disporre l’assegno per i lavoratori.

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